precedente successiva

Cronica fratrum  | ë

Abbreviazioni bibliografiche (oltre le comuni)

segui sigle Cr ?? = Cronica ??

Aggiornamento bibliografico

F. D. Logan, Runaway Religious in Medieval England, c. 1240-1540, Cambridge Univ. Press 1996; con importante appendice documentaria "de apostata capiendo" (il prelato religioso fa petizione alle autorità secolari perché ricerchino, arrestino e riconsegnino il frate o monaco fuggitivo), pp. 178 ss; censimento dei religiosi apostati ab ordine, pp. 184-267; caso domenicani, pp. 241-43. Ne ho preso diretta conoscenza da sett. '98, tramite amicale ausilio di Robert Ombres OP.

C. Delacroix-Besnier, Les dominicains et la chrétienté grecque aux XIVe et XVe siècles, Rome (École franç.) 1997, pp. XIV-478.

Letizia Pellegrini, I manoscritti dei Predicatori. I domenicani dell’Italia mediana e i codici della loro predicazione (secc. XIII-XV), Roma (Istituto Storico Domenicano, Dissert. hist. 26) 1999, 113-28 (predicatori e libri nelle cronache conventuali). Dono dell'A., apr. 2000.

p. 115 n. 88: «Cfr. il contributo di PANELLA 1998, volto a chiarire definitivamente il problema della definizione del genere delle Cronache conventuali (con una interessante retrospettiva storiografica sulla «disastrosa equiparazione» delle chroniche fratrum ai necrologi e agli obituari), e a delineare il panorama delle uniche vere e proprie cronache dei conventi umbro-toscani, relativamente a genesi, strutture, funzione, confrontandole con le cosiddette cronache quadripartite di età moderna. Il contributo, riferimento imprescindibile per l'approfondimento e la puntualizzazione di quanto qui si accenna, era in corso di stampa al momento della stesura di questo testo. Ringrazio Emilio Panella, per la cortesia del quale ho potuto consultare il dattiloscritto».

Una minuscola correzione a un bran bel libro, frutto d'ampia ricerca: non è la "cronaca senese" ad esser rigidamente separata in due sezioni, frati e laici sepolti (p. 123 § 2°), ma è l'edizione Laurent a congiungere sotto un solo titolo due distinti libri: cronica fratrum e liber defunctorum.

Parigi 29.V.1999. Lettera (mio carteggio, alla data) inviatami da P.-M. Gy OP († 20.XII.2004). Scrive tra l'altro: «Un grand merci pour votre salut fraternel, que m'a apporté le P. Morelon, ainsi que pour votre article de l'Archivum (...). Grace à vous j'ai connu 5 ou 6 martyrologos o(rdinis) p(raedicatorum) que je ne connaissais pas encore. Indépendamment de la présence ou non de listes de défunts, en voici quelques-uns pour vous, avec  -  lorsque j'ai pu les examiner  -  la datation faite en employant la liste chronologique des fêtes dominicaines que Leroquais propose dans l'introduction à ses Bréviaires des biblioth. de France:

- Dijon 637 (1277 / 1298)

- München Clm 19170 (Poissy 1300 / 1302)

- Paris BNF lat. 18292 (1326/ 1328)

- Provins 58 (1262 / 1270)

- Provins 240 (1256 / 1300c)

- Toledo Cat. 37-7 (1300c)

- Vat. lat. 5418 (XVe s.)

- Vat. Pal. 835 (1426)».

J.-L. Gaulin, Le cimitière du couvent Saint-Dominique de Bologne au XIIIe siècle, AA. VV., Religion et société urbaine au Moyen Âge, Paris 2000, 283-99: eccellente ricerca, illustra area e funzione cimiteriale del convento-chiesa, contrattualità con i laici e loro sepolcri, relativi libri necrologici che testificano diritti/doveri (libri funerum, libri memorialium, libri testamentorum), spesso definiti dalla legislazione comunale; qui in particolare il sepoltuario di natura topografica (Libellus funerum), cura del frate sagrestano. Ben illustra per contrasto la radicale diversità con la cronica fratrum. Ringrazio l'A. per copia inviatami, luglio '01.

E. Marino, MD 31 (2000) 143 n. 30.

A. Maiarelli, Le "cronache" del convento di San Domenico di Perugia, AA. VV., Indulgenza, città, pellegrini. Il caso della perdonanza di San Domenico di Perugia, Perugia 2001, 52-80. Illustra, per il caso perugino, natura e diversità delle cronache conventuali a raffronto della cronica fratrum.

S. RAVEGGI, Giovanni da Salerno, «Dizionario biografico degli Italiani» 56 (2001) 202-04. Esimio storico fiorentino, l'autore. Lo cito qui solo per far toccare con mano la peculiarità tipologica della cronica fratrum. Dice l'A. a proposito dell'incerta data del decesso di fra Giovanni da Salerno, "fondatore" del convento SMN:

«meraviglia peraltro l'assenza di notizie al riguardo nell'antico Necrologio di SMN, che a partire dal 1225 elenca i religiosi defunti del convento» (203b).

Nessuna meraviglia. Intento della Cronica fratrum SMN (di questa parla l'A.), avviata nel 1280, non è registrare defunti in loco  - a questo ci pensa il "libro dei morti" - bensì redigere biografia dei frati costituzionalmente "figli" del convento fiorentino, dovunque siano essi deceduti. Non la si coglie dunque in peccato d'omissione. Anzi, l'omissione del nome di fra Giovanni da Salerno equivale a un'informazione: che egli non era formalmente "figlio" del convento fiorentino.

S.K. Cohn, The Black Death transformed: disease and culture in early Renaissance Europe, London 2002, 315b. [BiblDom-Campo 52.11]. Meticolosa ricerca, basata soprattutto sui "libri dei morti" o sepoltuari; ma anche sulle cronice fratrum laddove documentano decessi legati alle pestilenze.

KATE J.P. LOWE, Nuns' Chronicles and Convent Culture in Renaissance and Counter-Reformation Italy, Cambridge Univ. Press 2003, specie Parte I, pp. 5 ss. Per definire tipologia delle cronache che si sviluppano nei monasteri femminili, anche non domenicani. E da raffrontare con l'eventuale matrice del relativo ordine religioso maschile, quando questo esercitava lo ius o la cura di quello femminile.

AA.VV., Aux origines de la liturgie dominicaine: le manuscrit Santa Sabina XIV L 1, Paris-Roma (École franç. de Rome) 2004: pubblica atti del colloquio Roma marzo 1995.

E. Giaconi, Il monastero domenicano di S. Caterina da Siena a Pistoia (1477-1783). Cronaca e documenti, MD 36-37 (2005-2006) 7-539; in particolare pp. 7-8, e riproduzioni in Figura 3 e 5: cronaca quadripartita, avviata nel Cinquecento inoltrato (ma l'editrice non si sofferma sulla questione della datazione "redazionale" della cronaca e sue diverse mani).

Joanna CANNON, Sources for the Study of the Role of Art and Architecture within the Economy of the Mendicant Convents of Central Italy. A Preliminary Survey, AA.VV.,  L'economia dei conventi dei frati Minori e Predicatori fino alla metà del Trecento, Spoleto 2004, 215-62, specie pp. 227 ss.

Prendo nota con piacere del fatto che viene accolta con frutto la ridefinizione della cronica fratrum dei conventi domenicani dell'Italia centrale, e dunque distinzione e complementarità con gli altri libri amministrativi.

Pg.  227-29: «Our third source is the group of chronicles, known as the Cronica fratrum, that survive from certain Dominican convents of centrai Italy. These texts, sometimes wrongly described as Necrologies or Obituary Lists, give an account of the life of every friar, including lay-brothers, professed in the house in question. |228| Some entries are very brief, but others include valuable detail. Five croniche survive, all from the Provincia romana, the earliest (from Florence, S. Maria Novella) begun in 1280, and the remaining four (Perugia, Orvieto, Pisa and Siena) composed from the fourteenth century onwards, but including retrospective material concerning the thirteenth century.

The information the croniche provide is consistent with and augments the picture given in Humbert's De Officiis. We read of donations made by individual convent members, either on entry to the convent or subsequently, including (approximately in order of popularity) payment for a pittance (pictantia) - that is, a commemorative meal to be eaten by the friars on a designated feast day; contributions to costs of building work; gifts of money for unspecified purposes; the purchase of books, metalwork, and paintings; the foundation of altars and chapels; and the purchase of liturgical vestments, and of relics. We should note that some of the individuals recorded had become bishops or cardinals |229| during their careers, and thus they operated in different economic circumstances from the ordinary friar, whereas others remamed within the convent. Items were often secured, as Humbert indicates, through procuration: donations made through the agency of a particular friar in favour of a specifle project or purchase. The croniche indicate that priors, procurators and sacristans were particularly active in this field, collecting (approximately in order of popularity) money for buildings, including hospices, churches, conventual buildings, and chapels; and contributions to the cost of altarpieces, textiles, metalwork, and frescoes. An isolated example of the exchange of goods probably stands for many such transactions: fra Pietro Bernardi of the Orvieto house (d. post 1272, pro 1300 (?)) sold his bible to finance the purchase of a silver-gilt cross worth 100 lire for the sacristy. We also have confirmation of the value of the skills of certain lay brothers who could contribute to the conventual economy by acting not only as shoemakers, gardeners, or barbers, but also as builders, carpenters, sculptors, stained-glass makers, or illuminators».

Pg. 249: «In considering sources that throw light on how the mendicants could acquire art and finance architetture we have encountered a variety of methods. The discussion has been framed in terme of 'donors' and 'recipiente', but even the briefest reflection shows us that this is too simple. The sorts of transactions detailed above vere by no means mono-directional. Although the friars may on occasions have received paintings, liturgical implements, furnishings, and contributions to building work gratis, in another sense they undoubtedly paid for them with their time and their spiritual and pastoral input, both in encouraging donations during the donors' lifetimes and in honouring commemorative obligations alter their deaths. Then again, the intrinsic spiritual value of these commemorative masses and offices may have been further enhanced, for the celebrant, by the use of fine vestments, handsome metalwork, and inspiring images. The priest was, in several senses, repaid for his efforts. Meanwhile the 'donor' giving money or goods to the mendicants as alms to the poor, earned spiritual credit through this action, as well as gaining the benefits of the friars' prayers».

CANNON, Sources: me ne invia copia, con dedica personale, la stessa Cannon. E tramite una sua collaboratrice Anthea Steven venuta all'Archivio di SMN, m'invia anche lettera autografa, London 21.IX.07; mi dice tra l'altro: «It also gives me the opportunity to thank you for the great contribution that you have made, through your published work and the SMN web site, to the study of Dominican history». Grazie di cuore, nonostante... le distanze geografiche!

E la grafia di Joanna Cannon ravviva alle mie memorie paleografiche l'antica "corsiva insulare"!

http://www.courtauld.ac.uk/people/cannon-joanna.shtml

../ricord22.htm#CANNON

messaggio 20.I.2014; CANNON, Religious Poverty

C. SCALON, I libri degli anniversari di Cividale del Friuli, 2 voll., Roma 2008. Cf. DHN 17 (2008) 74-75.

S. TUGWELL, Did Dominicans practise affiliation in the thirteenth century?, AFP 79 (2009) 85-191: storia delle nozioni affiliazione e assegnazione nell'ordine domenicano.

(2010) Mauro Mussolin, Vicende di un cantiere conventuale senese. I regolari osservanti di san Domenico ed il complesso di Santo Spirito ai Pìspini. Univ. di Venezia, Tesi di laurea in Architettura, Anno accad. 1994-95: esemplare donatomi dall'A., 20.II.2010. Grazie!

Vi si ricava che fu fra Roberto di Antonio Ubaldini da Gagliano (OP 1489, † Siena 3.I.1534/5) ad avviare sia la Cronica di San Marco in Firenze che quella di Santo Spirito in Siena (pp. 24-27).

Elettra GIACONI, L'aristocrazia della morte nella chiesa di San Domenico di Pistoia (secoli XV-XVIII), Firenze (Bibl. di Mem. Domenicane 4) 2010, pp. 268; testo pp. 87-194, I necrologi di San Domenico, da ms Pistoia, Bibl. comunale Forteguerri B 76; Appendici documentarie, pp. 201-246.

In pg 19: «Codesti libri o registri furono detti obituari, necrologi ed anche libri dei morti e talvolta anche cronaca, qual è il caso del necrologio di  Santa Maria Novella...». Nota come qui, e per il resto del prezioso lavoro, non viene distinta la tipologia di tali libri. L'A. ignora, e comunque non cita, una ricerca strettamente pertinente alla materia da lei trattata: Cronica fratrum dei conventi domenicani umbro-toscani (secoli XIII-XV), AFP 68 (1998) 223-94, pp. 267-69 sul caso Pistoia, e Appendice: Spoglio dei libri anniversariorum et obituum. Vedi anche il remoto contributo La Pietà di Sebastiano Vini in San Domenico di Pistoia, «Memorie domenicane» 7 (1976) 359-65, e relativi documenti.

S. TUGWELL, Did Dominicans practise affiliation in the thirteenth century?, AFP 79 (2009) 85-191; 80 (2010) 5-131. In AFP 80 (2010) pp. 92-93 circa la Cronica fratrum SMN.

In AFP 80 (2010) pg 114, quasi a conclusione del complesso contributo: «Thus, whatever hints of things to come may be found earlier on, it was not until near the end of the fourteenth century that all the circumstances were in place for the legal notion of affiliation to be conceived in the Dominican Order; and essentially it concerned a special kind of relationship between a friar and a convent, even if the same language could on occasion be used with referente to his province».

■ A fine lettura mi faccio questa domanda: è la "nozione legale" di affiliazione a non comparire prima di fine Trecento o non piuttosto il "lessema" filiatio o filius nativus?

2011

precedente successiva