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La continuazione quattro-cinquecentesca
«Archivum Fratrum Praedicatorum» | ||
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La Cronica di San Domenico di Perugia Bibl. comunale Augusta 1141 |
6 | Il cronista Domenico di Francesco dei Baglioni da Perugia († 1568) b |
2 | La continuazione della Cronica | 7 | Il cronista Giuliano d'Angelo da Perugia (fl. 1425-80) |
3 | Il testo della continuazione | 8 | Lavoro dei cronisti e funzionamento della Cronica fratrum | b |
4 | I frati della continuazione della Cronica b | 9 |
A mo' d'appendice: il perugino Sebastiano d'Angelo era del casato Bontempi? | b - No! | ӿ |
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Frati perugini sconosciuti alla continuazione | # Niccolò della Pietra o da Pietramelara | ||
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(Cr Pg) Cronica fratrum Sancti Dominici de Perusio. Perugia, Biblioteca comunale Augusta 1141 (xiv-xvi); membr., mm 175 x 128, ff. 81, mutilo - come vedremo - almeno d'una carta. Fascicolazione: sette quaternioni (ff. 1-55, mancante una carta al settimo), un ternione (ff. 56-61), un binione (ff. 62-65) e tre quaternioni finali (ff. 66-89) di cui il secondo (originali ff. 74-81) caduto (devo alla gentilezza del dott. A. Maiarelli un ulteriore recente controllo della fascicolazione, maggio 1994). Una foliazione sei-settecentesca numera ff. 1-72; caratteristico il numero arabo 8 a due occhielli aperti, a farfalla, in posizione orizzontale (così ancora in un testo del 1706, AGOP XIV lib. C, I, pp. 159-296, paginazione originale al margine superiore destro). L'attuale ultimo quaternione porta due numerazioni: la prima, ff. 82-89, di mano settecentesca (8 in posizione verticale, aperto l'occhiello superiore; certamente di persona distinta e posteriore al primo cartulatore) che contava anche il fascicolo poi caduto o soppresso (qui in seguito si farà uso di questa foliazione); la seconda, ff. 74-81, sottostante la precedente, di mano recente, censisce le reali carte superstiti.
a) Sezione trecentesca avviata e redatta da anonimo frate perugino negli anni 1327-31; pochi complementi d'altre mani fino al decennio 1340 (Iacopo di Ranuccio..., MD 19 (1988) 375-76). Biografie dei cardinali domenicani (ff. 1r-7v; f. 8r-v bianco) e dei maestri dell'ordine dei Predicatori (ff. 9r-20r, integrazione successiva a f. 22r che suppone l'anno 1341), semplice lista nominativa dei provinciali della provincia Romana (ff. 20r-21r; ff. 21v, 22v, 23-24 bianchi). Cronaca conventuale o meglio Cronica fratrum di San Domenico di Perugia: chierici (ff. 25r-60r), conversi (ff. 82r-89v/74r-81v).
■ Nota intervento autografo di Bartolomeo di Tebaldo da Orvieto sulle carte di Cr Pg f. 10v marg. inf. «Sub magistro Iordano…»; raffronta con le riproduzioni d'autografi accluse in AFP 62 (1992) 152-61.
b) Continuazione quattro-cinquecentesca della cronaca dei frati, ff. 60v-71v, fino all'anno 1553. Utilizza le carte predisposte alla prosecuzione della sezione dei frati chierici. La seconda metà di f. 60r rimasta bianca a interruzione della parte trecentesca (ultima data 1345), è stata utilizzata dai continuatori per note avventizie. Domenico di Francesco dei Baglioni OP († 1568) scrive «Tempore quo… alia non habemus» (testo completo più oltre), e Timoteo Bottoni OP († 1591) inserisce, prima e dopo l'intervento del Baglioni, nominativi di frati perugini tre-quattrocenteschi.
La Cronica perugina, conservata nel convento d'origine, compare negli inventari quattrocenteschi della biblioteca di San Domenico di Perugia. Inventario 1430, in sexto bancho versus sacristiam, n° 121: «Item cronica fratrum predicatorum et specialiter perusinorum, in parvo volumine et bona littera» (T. Kaeppeli, Inventari di libri di San Domenico di Perugia (1430-80), Roma 1962, 60). Inventario 1446, in sexto bancho versus sacristiam, n° 126: «Item cronica fratrum predicatorum et specialiter perusinorum, in parvo volumine et bona littera» (Kaeppeli, Inventari 100). Inventario 1458, in libraria maiori, in sexto bancho, n° 129: «Item liber quidam parvulus, qui dicitur cronica fratrum predicatorum de Perusio, in pergameno, cuius secundum folium incipit ad locum et finit declinan<tes>, penultimum vero finit et tocius sue» (Kaeppeli, Inventari 134).
Allo stato attuale del codice, ad locum sono le prime parole di f. 10r, carta seconda del secondo quaternione; declinan/tes si divide a cavallo di f. 10v e f. 11r. Quello che alla conta dell'inventarista era il penultimo foglio (sottintendiamo "scritto", visto che ci si danno parole di riconoscimento), è oggi l'ultimo del libro (f. 89v); la scrittura termina regolarmente sull'ultimo rigo di fine pagina con le parole et tocius sue, cosicché l'ultima notizia disponibile, su fr. Leonardo il vestiario, è per noi tronca. È dunque caduta, ed andata perduta, almeno una carta scritta del codice. Ma con essa probabilmente anche l'intero ultimo fascicolo (non necessariamente già tutto ripieno di scrittura, né sappiamo di quanti fogli costituito) col quale faceva corpo; perché il primo cronista (anni 1327-31) ci ha lasciato in calce a f. 89v la parola di richiamo del susseguente fascicolo, familia, com'è sua consuetudine in transizione di fascicolo (parole di richiamo del cronista trecentesco: ad terminum f. 16v marg. inf., fine del 2° quaternione), rant et p. f. 32v marg. inf., fine del 4° quaternione, menta f. 40v marg. inf., spiritus f. 48v marg. inf., fine del 6° quaternione); necessaria appendice di supporto scrittorio predisposto ad accogliere le successive notizie dei frati conversi, parallelamente alle carte e fascicoli bianchi destinati alle future biografie dei frati chierici dopo f. 60.
L'editore degli inventari perugini così commenta la segnalazione topica dell'inventarista del 1458: «Questa descrizione («cuius secundum folium incipit ad locum et finit declinantes») non tiene conto del catalogo dei cardinali domenicani contenuto nelle prime carte del codice (ff. 1-7v) e indica come seconda carta quella del Necrologio, oggi f. 10» (Kaeppeli, Inventari 60 n. 121). «Non tiene conto». Al contrario, è proprio il sagace inventarista (dà parole di riconoscimento non dalle carte estreme, consapevole com'è della loro precaria tenuta nel tempo!) a metter sul chivalà il lettore moderno; che legge prima le biografie dei cardinali domenicani (ff. 1r-7v) e poi quelle del fondatore Domenico e successivi maestri dell'ordine (ff. 9r-20r); e che deve passare per l'abrupto «Primus cardinalis ordinis fratrum Predicatorum. Frater Hugo de Sancto Caro…» d'inizio carta 1r, per arrivare a leggersi il prologo generale avviato in cima a f. 9r:
|9r| Incipit prologus de vita et obitu glorioso venerabilium patrum magistrorum ordinis Predicatorum et dominorum cardinalium eiusdem ordinis absumptorum ac etiam pontificum qui de romana provintia traxerunt originem necnon et de fratribus perusini conventus de hoc mundo migrantibus ad Deum.
Ad laudem et gloriam salvatoris nostri Dei et ad exemplum posteris et consolationem legentium, visum est fratribus quod ad perpetuam rei memoriam cronice anotetur obitus sanctorum patrum et fratrum qui ordinis magisterium tenuerunt. Sunt enim non nulli ex ipsis qui tam in vita10 quam etiam post mortem miraculis floruerunt; et quia nomina eorum scripta sunt in libro vite, merito non debent deleri a memoria fratrum suorum. Nec est pretereundum de fratribus per Dei gratiam sublimatis11 in ecclesia Dei qui in scientia et vita et fama12 plurimum claruerunt in romana curia et per universum orbem; sed quia de omnibus perfecta notitia homini non potest propter nimiam distantiam locorum, de fratribus saltem romane provincie ad chatadralem (sic) dingnitatem promotis non est obmitendum, cum de eorum statu et promotione in eadem provintia certa scientia habeatur. Subsequenter sunt apponenda ad utilitatem et suffragium animarum nostrorum fratrum |9v| nomina defunctorum qui de civitate et diocesi perusina necnon et eius predicatione traxserunt originem et in eodem ordine usque ad mortem perseveraverunt13. Explicit prologus.
Beatus Dominicus, huius sancti ordinis pater, extitit primus magister ordinis fratrum Predicatorum…
A siffatto prologo risponde quello speciale della sezione conventuale; quasi seconda tavola del dittico, con le dovute varianti del caso (ma il «non debent oblivioni tradi de memoria» non sembra guadagnare sul precedente calco «non debent deleri a memoria»):
|25r| Prologus de obitu glorioso fratrum ordinis Predicatorum conventus perusini.
Ad laudem et gloriam salvatoris nostri Dei et ad exemplum posteris et consolationem legentium, visum est fratribus quod ad perpetuam rei memoriam cronice annotetur obitus venerabilium patrum et fratrum perusini conventus. Sunt enim non nulli ex ipsis qui tam in vita quam etiam post mortem miraculis floruerunt; et quia nomina eorum scripta sunt in libro vite, merito non debent oblivioni tradi de memoria suorum confratrum.
Est autem notandum et memorie commendandum quod receptus est locus et conventus constructus in civitate Perusii sub annis Domini M.°cc.xxx.iij°. Ubi defuncti sunt, et alibi sicut Domino placuit, subscripti fratres de civitate et eius diocesi, quam etiam pertinentes ad predictum perusinum conventum.
Rubrica. Actendat autem diligenter sacrista quod defuncto aliquo fratre parusini14 conventus, statim scribat nomen eius cum condicionibus15 et gratiis. Si autem frater aliquis nostri conventus obierit alibi, quam citius pervenerit ad sacriste noticiam, etiam si ignoret diem vel annum16 in quo decesserit, studeat nomen ipsius et locum in quo in Domino a suis |25v| laboribus requieverit17 presenti cronice annotare18.
De primo fratre conventus parusini ad ordinem…
L'iniziatore della Cronica perugina è formale nel dichiarare ordine e intenti: a) maestri dell'ordine dei Predicatori; cardinali e pontefici domenicani («sublimati in ecclesia Dei»), specie quelli originari della provincia Romana; b) cronica dei frati (cronica fratrum) figli del convento perugino per origine (città diocesi e distretto della praedicatio) o per filiazione e trasfiliazione legale («quam etiam pertinentes ad predictum perusinum conventum» dell'aggiunta propria del prologo speciale), che abbiano inoltre perseverato in religione fino alla morte. Convergenza delle indicazioni topiche dell'inventario 1458 con l'ordine dettato dal prologo è digià sufficiente a imporre la conclusione: lo stato attuale del codice perugino soffre d'una perturbazione nella sequenza dei fascicoli.
Le adiacenze letterarie sopravvengono a conferma. La Cronica di San Domenico d'Orvieto, redatta da fr. Giovanni di Matteo Caccia da Orvieto entro il biennio 1346-48, ricopia, aggiornandole cronologicamente, le biografie dei maestri dell'ordine e dei cardinali domenicani della cronaca perugina. La materia vi è così distribuita: I) maestri dell'ordine (AGOP XIV.28, pp. 5-24); II) cardinali (pp. 25-36); III) frati-vescovi, provinciali romani (pp. 37-43); IV) cronaca dei frati orvietani (pp. 45 ss).
La dislocazione dell'originale primo fascicolo non è addebitabile alla primitiva confezione del codice: lo esclude l'inventario 1458. Né vi sono ragioni per addebitarla alla ripresa cinquecentesca della cronaca, visto che il continuatore utilizza i fascicoli centrali, appositamente lasciati agl'incrementi posteriori; avvia anzi il proprio lavoro a f. 60, non a inizio ma all'interno del ternione ff. 56-61. In occasione dunque d'una qualche rilegatura tra Sei e inizio Settecento. La mano che effettua la prima foliazione ratifica la dislocazione avvenuata.
Nel 1756 Tommaso Maria Mamachi così descriveva la sequenza delle sezioni: «Extat praeterea in tabulario Praedicatorum Perusinorum codex Membranaceus in viii, saeculi xiv. Atque eo quidem principio Chronicon Ordinis Magistrorum, tum eloquia Pontificum et cardinalium, post Romanae ordinis provinciae episcoporum…, postremo elogia Praedicatorum qui ad coenobium Perusinum pertinuerant, continentur. Sumit autem ab anno MCLXX initium, produciturque ad annum MCCCXL» (Annalium ord. Praedicatorum vol. I, Romae 1756, xxxvii.). Ma con tutta verosimiglianza il Mamachi non leggeva l'originale bensì la copia a disposizione degli annalisti dell'ordine, oggi tra la miscellanea AGOP XIV lib. QQ , alle pp. 685bis-753 (cf. VL.J. Koudelka, Il fondo “Libri” nell’Archivio generale dell’ordine domenicano, AFP 38 (1968) 99-147; 39 (1969) 173-217). Copia anonima, di primo Settecento, di Cr Pg ff. 1-60 (dunque senza la sezione conversi e senza la continuazione cinquecentesca, delle quali non fa parola il Mamachi). La copia ha una sua cartulazione originale che numera in proprio ff. 1-34r (divenute pp. 685bis-753 nella miscellanea), senz'alcun indizio di perplessità o di autocorrezione. Ecco come trascrive il proprio modello (a sinistra la sequenza nella copia, a destra la corrispondenza col codice attuale della Cronica):
1) 685bis-697 maestri dell'ord. e provinciali romani |
= 1) Cr Pg ff. 9r-22r |
2) 701-709 cardinali OP |
= 2) Cr Pg ff. 1r-7v |
3) 711-753 cron. fratrum |
= 3) Cr Pg ff. 25r-60r |
Ordine originale datosi dall'iniziatore della cronaca. L'anonimo trascrive prima che la rilegatura retrocedesse erroneamente il primo fascicolo? oppure avvedutosi della dislocazione, restituisce nella copia l'ordine originale (p. 701 coincide con primo foglio di fascicolo)?
Nel 1864 il Masetti leggeva (senza obiettare) la sequenza digià perturbata: «in quo veteri candore breviter referuntur gesta Cardinalium Ordinis, Magistrorum Generalium, et fratrum Perusini Coenobii» (Masetti, Monumenta I, 36).
Concludiamo il nostro punto. Il terzo quaternione della Cronica perugina (attuali ff. 1-8) fu premesso ai primi due fascicoli (attuali ff. 9-24) ed erroneamente rilegato a inizio codice; verosimilmente nel corso del XVII secolo. La Cronica va pertanto letta nell'ordine: a) sezione trecentesca: Cr Pg ff. 9r-20r, 22r (giunta posteriore alla serie dei maestri dell'ordine), 20r-21r, 1r-7v, 25r-60r (chierici), 82r-89v (conversi); b) continuazione quattro-cinquecentesca ff. 60v-71v. Un'eventuale edizione critica dovrà restituire la sequenza originale, voluta dal primo cronista e testimoniata dall'inventario 1458.
1 Abbreviazioni e sigle, oltre le comuni:
AA. VV., Una santa = AA. VV., Una santa, una città (Atti Conv. storico nel V centen. della venuta a Perugia di Colomba da Rieti), a c. di G. Casagrande - E. Menestò, Perugia-Firenze 1990.
ASPg (Archivio di Stato di Perugia), Inventaria = ASPg, CRS, S. Domenico 59 (sec. xv): Inventaria bonorum conventus perusini ordinis Predicatorum; ed. parziale Kaeppeli, Inventari.
Bottoni, Annali = Timoteo Bottoni, Annali di San Domenico di Perugia (1577-78 ca.): Perugia, Biblioteca comunale Augusta 1150 (aa. 1200-1400) (I); 1151 (aa. 1401 ss) (II).
T. Kaeppeli, Inventari di libri di San Domenico di Perugia (1430-80), Roma 1962.
O. Marinelli, La compagnia di San Tommaso d'Aquino di Perugia, Roma 1960.
13 perseveraverunt corr. ex perseseveraverunt
14 parusini sic in extenso. Altro caso poco oltre. Più frequentemente la prima vocale resta coperta dal segno del compendio, che sciolgo in perusinus. La dissimilazione vocalica non è un lapsus scrittorio ma una ricaduta sul latino dell'apertura di e(r) atono ad a(r), frequente nel volgare dell'area (es.: venardì): F. Santucci, La lingua della Legenda volgare della b. Colomba, AA. VV., Una santa 188; «frater Raginaldus» nella Cronica di San Domenico d'Orvieto, AGOP XIV.28, p. 95.
15 condicionibus] dicionibus scr. et praem. con
16 annum add. in marg. d.
17 requieverit: in praem. Probabilmente per attrazione di ritardo col precedente in Domino
18 Sottolineato nell'originale quanto qui in corsivo.