Eugenio Marino
(† 3.XII.2011)

Estetica, ermeneutica, critica d'arte
ed iconografia-iconoteologia.

Discorso sul metodo *

Provincia Romana S. Caterina da Siena dei Frati Predicatori
Centro Riviste
Piazza S. Domenico 1, Pistoia
2005

 

Copyleft © Emilioweb ottobre 2005

Indice

Premessa

I.    CRITICO ED OPERA D' ARTE

1.  Il critico e la pluralità di approcci ad un’opera d'arte

2.  Unità dell'atto critico nell'intuizione dell'intento d'arte (o ‘Kunstwollen’) negli schemi formali-semantici-culturali

II.   CRITICO ED ICONOLOGIA

1.  Pregi e carenze della metodologia di E. Panofsky

2.  Esplicitazione dell'iconolgia di E. Panofsky 

III.   CRITICO ED ICONOTEOLOGIA

1.  Critica iconoteologica ed opere visive con ‘intento d'arte teologico’

2.  La iconologia di E. Panofsky e la iconoteologia

IV.   IL CONCILIO DI NICEA II (a. 787) FORMULA  LA NECESSITÀ ED IL METODO DEL RAPPORTO ‘ESTETICA E FEDE

1.  L’arte figurativa-di-Fede è ‘Tradizione non scritta’ della sacra Scrittura

2.  L’immagine come ‘iconìa’ di impressione-espressione, e mimèsi-anamnèsi, figura-realtà, esemplato-esemplare

3.  Le due vie della ‘estetica iconica’ della Fede: l’immagine acustica della Parola e l’immagine visiva del Mistero cristiano

V.  OMOLOGIA DELL’ESPRESSIONE-VERBALE DELLA FEDE CON L’ESPRESSIONE-FIGURATIVA DELL’ARTE

1.  La formazione dell’immaginario cristiano ‘catartico’ di contro all’immaginario pagano ‘acatartico’

2.  Come l’espressione verbale della Scrittura’: storica-metaforica-polisemica, così l’espressione figurativa dell’opera d’arte in dipendenza dalla Fede

VI.   L’ERMENEUTICA FILOSOFICA DI H.-G. GADAMER NON È VALIDA PER LE OPERE-ICONÌA DELLA  S. SCRITTURA (cfr. IV, 2)

1.  La ‘critica’ di Eric D. Hirsch sulla ‘non-validità’ dell’ermeneutica di H.-G. Gadamer

2.  L’ermeneutica letteraria si estende all’opera-estetica estralinguistica

3.  Precedenti della ‘ermeneutica filosofica’ di Gadamer: il ‘cammino’ verso il linguaggio e verso il pensiero di M. Heidegger

4.  Superamento della filologia classica: un’opera d’arte è ciò che essa riesce a dire, sopravanzando ogni limitatezza storica

5.  Al ‘giudizio estetico’ l’opera d’arte si rivela  ‘valida’ per la  ‘qualità’, ed ‘indipendente’ dalla intenzione dell’artista

6.  Il ‘giudizio di senso’ del fruitore è ‘libero’ di aprire l’opera d’arte a sempre ‘nuovi significati’, anche se è vincolato in parte dal senso trasmesso dalla ‘tradizione’

7.  Cosa e come s’intende ‘criticare’ la validità e l’applicabilità dell’ermeneutica di Gadamer: dall’eccedenza di sempre nuovi significati delle opere d’arte, al trasferimento ‘laicizzante’ del linguaggio-rivelazione’ della ‘Parola di Dio’ al linguaggio-verità della ‘Parola dell’uomo’

8.  La teoria estetica di Gadamer non è proporzionata alla critica delle opere d’arte ‘iconìa’ e /o ‘ékphrasis’ di opere verbali

9.  Il concetto di ‘imitazione’ assunto da Gadamer non raggiunge la validità e l’applicabilità di ‘criterio universale’

10.  La teoria estetica di Gadamer non è ‘compatibile’ con la critica delle opere d’arte che dicono ‘significati  iconologici’  |  10b

11.  L’ermeneutica di Gadamer non è ‘compatibile’ con l’esegesi della sacra Scrittura e con la critica ‘iconoteologica’ dell’opera d’arte  |  11b

VII.  METODO ERMENEUTICO DELLA STORIA DELL’ARTE CHE HA IL REFERENTE NELLA STORIA DELLA SALVEZZA

1.  Autorità ed attualità di Dionigi Areopagita nella forrmulazione della teologia dell’estetica, e del metodo conoscitivo delle ‘tre vie: causalità, eminenza e negazione’, metodo ermeneutico pertinente alla storia dell’arte

2.  Linee di ‘periodizzazione iconoteologica’ della storia dell’arte, conseguenti all’omologia delle due vie estetiche: ‘ascolto’ e ‘visione’ (cfr. IV, 3), e alle  tre vie metodologiche di analisi: ‘causalità, eminenza e negazione’ (cfr. VI, 1). Come il Vangelo la Tradizione e la Teologia, così l’arte visiva

2.1  Periodo precostantiniano dell’arte: ‘Ut evangelium pictura: come il Vangelo (dell’incarnazione del Figlio di Dio) così la pittura

2.2  L’espressione artistico-cristiana assume la sapienza secolare dell’arte classica sincronica e la qualifica sia nello stile che nella iconografia come arte della Fede, cioè ‘arte-iconoteologica’

2.3  L’arte dell’epoca constantiniana e bizantina: dalla raffigurazione dell’umiltà del Cristo alla visione del Cristo trionfante in analogia alla Roma triumphans dell’Impero

3.  Come la Fede e la teologia si esplica nel corso del tempo, così la pittura

3.1  Periodo dell’arte romanica

3.2  Espressione del mondo del gotico

3.3  Arte dell’età dell’Umanesimo

3.4  Arte del Manierismo

3.5  Arte del barocco

3.6  Il secolo dell’illuminismo

3.7  L’artista-postmoderno  | í

Bibliografia


Premessa

          Quanto verrò esponendo nei paragrafi I-III è la conclusione di una ricerca, di natura positiva ed analitica, su un affresco del Trecento, ancora in situ nella chiesa di San Domenico di Pistoia, per secoli misconosciuto (su di esso non v'era alcuna bibliografia). Una sua minuziosa descrizione preiconografica, l'analisi iconografica e l'interpretazione icono(teo)logica mi hanno permesso - al di là dell'attribuzione ad Andrea di Bonaiuto e alla specificazione del tema “La Vergine dalla radice di Iesse, verga dalla pianta di Anna e alma madre del fiore Gesù” [1] - di pervenire ad alcune puntualizzazioni metodologiche sul rapporto critica-iconologia, e sulla estensione della iconologia di Warburg-Panofsky in icono-teo-logia. Nei paragrafi IV-VI amplifico tale conclusione seguendo lo sviluppo storico della quaestio esegitico-dommatico-teologica delle immagini e del bello nell’arte, che dal Concilio di Nicea II dell’anno 787 si è protratta  fino ai nostri giorni con  l’ermeneutica filosofica di H.-G. Gadamer.


 * I paragrafi I-III sono la relazione che ho presentato al Congresso internazionale "Christianity and the Renaissance. Image and religious imagination in the Quattrocento”, organizzato dalla Florida State University (School of visual arts) e dalla Harvard University (Villa I Tatti, Center for ltalian Renaissance studies), tenuto in Florida dal 20 al 30 marzo ed a Firenze dal 4 al 7 giugno 1985. Cfr. anche E. Marino, O. P., Critica d’arte ed iconoteologia, in “Sapienza” vol. 39 (1986), pp. 257-273. - I paragrafi IV-VI sono estesione del saggio, che l’A. ha sviluppato posteriormente: cfr. E. Marino, Estetica Fede e Critica d’arte, Prov. Romana di FF. Predicatori, Centro Riviste, Pistoia, 1997; ID., Il Beato Angelico. Saggio sul rapporto persona-opere visive ed opere visive persona, Prov. Rom. dei FF. Predicatori, Centro Riviste, Pistoia  2001. - Ho lasciato il testo del paragrafi I-III come pubblicato nel 1985; e questo spiega alcune differenze di espressioni con il testo dei paragrafi V-VI, composto a circa diciannove anni di distanza.

[1] E. Marino, L'affresco La Vergine della radice di Iesse di Andrea Bonaiuti in San Domenico di Pistoia. Saggio metodologico su iconografia e teologia, Ed. "Memorie Domenicane" Pistoia, 1982: d'ora in poi verrà citato come Saggio metodologico. Faccio presente che il libro, estratto da "Memorie Domenicane" (a.1982), contiene due appendici assenti nella rivista: I. Sinossi degli schemi formali-semantici dell'affresco "La Vergine dalla radice di Iesse" (pp. 203-208); II. Dizionario della terminologia (pp. 209-223),

precedente successiva